RE MICHELE DI ROMANIA :TESTIMONE OCULARE DEL SECOLO BREVE
Michele I di Romania,
nato Michele di Hohenzollern-Sigmaringen, ha lasciato questa
vita , assistito e confortato dalla fede era il penultimo Capo di
Stato della seconda guerra mondiale.
marito della Principessa
Anna di Borbone di Parma, sorella del Principe Michele, consorte di
S.A.R. la Principessa Reale Maria Pia di Savoia.
Re Michele era nipote ,
per via materna , di Irene di Grecia, moglie quest'ultima diAimone di Savoia Aosta
Al momento di salire ,
per la prima volta al trono non aveva ancora sei anni e fu di fatto
prevista per lui la reggenza. Nuovamente principe ereditario fino al
1940 , quando venne proclamato Re di Romania. Guidò la Romania
negli turbolenti della seconda guerra mondiale. Nel 1944 comprendendo
che la situazione politica internazionale ed interna doveva cambiare
, per il bene della Nazione romena , rovescio il regime del
Maresciallo Antonescu. Dopo la resa alle forze armate sovietiche de
settembre 1944. Nel Marzo del 1945 fu costretto, anche per pressioni
esercitate dall’Armata Rossa, di nominare un governo dominato dal
Partito Comunista Romeno. Iniziava in questo modo una pagina amara
per la monarchia e per la Nazione romena. Dall’Agosto del 1945 fino
al Gennaio del 1946 , Re Michele, cercò di sfruttare le poche
prerogative che gli rimanevano per evitare l’istaurarsi di un
regime comunista in Romania , si oppose a tutti i decreti del Governo
. Il 30 Dicembre 1947 per evitare la rappresaglia contro i
sostenitori della Monarchia minacciata dalle nuove autorità , Re
Michele lascia la Romania, non prima di essere sottoposto ad un
umiliante perquisizione personale.
Inizia la vita civile di
questo testimone del “secolo breve” , una vita condotta con
discrezione lontana da eccessi mondani. Una vita nella quale ha
sempre avuto a cuore il popolo romeno che, dopo gli accordi di Yalta,
era finito sotto l’egemonia sovietica. La fede e la certezza della
liberazione della Romania, gli permetteranno di vedere la fine del
regime che lo aveva cacciato e nel 1989 potrà ritornare in Patria
accompagnando la Nazione, dall’alto del suo prestigio morale, negli
anni della ricostruzione post comunista, nell’adesione alla Nato ed
infine alla adesione all’UE.
Re
Michele I lascia il suo popolo alla vigilia dell’anno del
centenario dell’unione, alla vigilia di quella unità che la
monarchia romena era riuscita a costruire. Una monarchia che tra il
1866 e il 1940 era riuscita a far crescere moralmente ed
econimicamente questa nazione danubiana. Ecco, credo che la più
grande eredità spirituale di questo Sovrano sia proprio questa ,
amare la propria Nazione e credere nelle grandi potenzialità del
popolo romeno.
Marco Baratto
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